Percorsi Multisciplinari

  • CEFALEE

    Il mal di testa, o cefalea, è una condizione molto frequente e può dipendere da cause diverse. Talvolta è il sintomo di altre malattie sottostanti, e in quel caso si parla di cefalee secondarie, talvolta, invece, è un disturbo a sé stante, in questo caso viene chiamata cefalea primaria e non ha altre cause evidenziabili. In alcuni casi il dolore può essere preceduto o accompagnato da altri sintomi. L’OMS (organizzazione mondiale della sanità) inserisce la cefalea tra le 10 principali cause di disabilità.

    Un’accurata anamnesi e visita neurologica è il primo passo per una corretta diagnosi e per impostare una terapia adeguata. L’osteopatia, integrata al trattamento della cefalea, può alleviare buona parte degli stimoli irritativi, responsabili del dolore.

    Nello specifico si ha la possibilità di:
    Ridurre le tensioni muscolari a livello cervicale e migliorare la mobilità articolare delle vertebre, favorendo il riequilibrio bio meccanico e vascolo-nervoso. Riequilibrare i diaframmi del corpo: pelvico, toracico inferiore e superiore, ecc... strutture essenziali nella distribuzione delle pressioni all'interno delle cavità corporee Vi è inoltre una relazionare tra cefalea e alcune problematiche derivanti da altri sistemi corporei valutabili osteopaticamente (es. digestivo, ginecologico, occlusale)

  • SINDROME VERTIGINOSA

    Le vertigini sono uno dei sintomi neurologici più comuni. Per vertigine si definisce una illusoria sgradevole sensazione di movimento del corpo o dello spazio circostante. Spesso possono essere riconducibili a vertigine diversi termini comunemente utilizzati come “capogiro, instabilità, sbandamento”. Questa sensazione può essere appena percettibile o può essere così grave da comportare difficoltà nel mantenimento dell’equilibrio e nello svolgimento delle attività quotidiane. La vertigine può avere diverse cause, per questo è fondamentale una accurata anamnesi e esame neurologico a cui eventualmente se necessario seguiranno altri accertamenti.

    Una delle cause primarie delle vertigini trova la sua origine nel tratto cervicale. Da qui la definizione di vertigini cervicali o cervicogeniche. In questo tipo di vertigini, oltre ai soliti sintomi, s’individuano anche: rigidità della nuca, crampi, formicolii, sensazione di freddo ed altro, tutti elementi che, se non valutati in modo tempestivo e opportuno, rischiano di dar vita a sintomatologie complesse di natura cronica. Questi Dati spiegano come, il trattamento osteopatico che prevede il riequilibrio biomeccanico e posturale della zona cervicale e craniale in relazione al resto del corpo, possa essere efficace nella cura di questa sintomatologia.

    Dolori muscolo articolari:
    Il Trattamento osteopatico è in grado di allentare le tensioni, di ripristinare l’equilibrio del corpo, di riportare il benessere e l’ampiezza dei movimenti che erano stati limitati.

    Ernia del disco: L'osteopatia, grazie all'utilizzo di tecniche appropriate, da una parte aiuta a diminuire la compressione e l'infiammazione provocate dall'ernia, dall'altra va a correggere le disfunzioni che possono aver condotto ad uno scompenso posturale. Questo porta ad un miglioramento su più livelli, nel breve periodo si assiste ad un'attenuazione del dolore, nel lungo periodo invece si nota il miglioramento della postura globale dell’individuo.


  • ENDOMETRIOSI

    è una malattia cronica originata dalla presenza anomala in altri organi di un tessuto che riveste la parete interna dell’utero (cioè l'endometrio). Ogni mese, sotto gli effetti degli ormoni del ciclo mestruale, il tessuto endometriale, impiantato in sede anomala, va incontro a sanguinamento.

    Tale fenomeno comporta un'irritazione dei tessuti circostanti che dà luogo alla formazione di tessuto cicatriziale e quindi di aderenze. E’ una malattia comune ? L’endometriosi è tipica dell’età fertile (ma non esclusiva) ma la reale prevalenza delle donne affette è ancora sconosciuta. Si stima che circa il 10% delle donne in Europa sia affetto da endometriosi e in Italia le donne con diagnosi sintomatica di endometriosi sono almeno 3 milioni.

    Come faccio ad accorgermi di esserne affetta?

    Solo una minoranza delle donne con endometriosi non avrà nessun tipo di sintomo nel corso della vita da qui la difficoltà di una stima reale della patologia; nelle restanti donne andrebbe sospettata in caso di:
    • dolori mestruali invalidanti (che limitano nell’attività lavorativa e/o ricreativa)
    • dolore durante il rapporto sessuale
    • difficoltà nel concepimento della prole
    • dolore pelvico cronico (dolore della pancia al di sotto dell’ombelico per un periodo di tempo superiore ai 6 mesi)
    • diarrea o costipazione
    • dolore durante la defecazione
    • sanguinamento rettale
    • dolore o bruciore durante la minzione
    • difficoltà a svuotare la vescica


    Ricordati che il dolore è una percezione molto soggettiva e solo tu sai quanto dolore stai provando per cui è importante descriverlo e quantificarlo.

    Come si può effettuare la diagnosi ?

    Il sospetto di endometriosi può nascere dalla sintomatologia riferita dalla donna ma essere confermata da un’accurata visita ginecologica e/o con l’ecografia ginecologica transvaginale, effettuata da un ginecologo con particolare sensibilità su tale patologia. Nelle localizzazioni anatomiche più difficili da esplorare con gli ultrasuoni ci si può avvalere della risonanza magnetica.

    Esiste una terapia?

    Si ma è diversa da donna a donna per cui esattamente come un vestito creato da un sarto dovrà essere diversificata in base alle tue esigenze per tale motivo mi affiancherò alla professionalità di altri colleghi proprio per prendermi cura in toto delle sue problematiche (dal programma alimentare anti-infiammatorio ai trattamenti osteopatici). Ebbene sì, anche i trattamenti osteopatici seppur non primariamente diretti alla patologia, portano ad un miglioramento della sintomatologia algica e conseguentemente con un miglioramento della qualità di vita delle pazienti (grazie ad un riequilibrio delle strutture muscolo tendinee/legamentose del bacino).

    Al momento della diagnosi ci si può sentire più fragili o insicure in quanto vengono temporaneamente o definitivamente cambiati i piani di vita della paziente. Alcune condizioni mediche (come ad es. la fibromialgia, l’endometriosi o la vulvodinia ) invalidano sia la sfera relazionale che sessuale della paziente facendo insorgere nei casi più gravi sintomi depressivo-ansiosi per tanto rendendo utile e necessaria la psicoterapia cognitivo-comportamentale. In questi casi la psicoterapia gioca un ruolo fondamentale sia nell’accettazione della malattia che a ridurre i sintomi di disagio emotivo.

  • MENOPAUSA

    La menopausa è l'evento NORMALE che nella donna corrisponde al termine dell'età fertile.
    Normalmente, l'età in cui si riscontra la menopausa, è fra i 45 e i 50 anni come media mondiale. Tale periodo anagrafico, non ha subito rilevanti variazioni nel corso dei tempi: infatti anche all'epoca dei Greci e dell'impero romano l'età si aggirava intorno ai 45 anni.

    La menopausa provoca una serie di mutamenti nella donna che riguardano gli aspetti trofici, metabolici, sessuali e psicologici, che variano a seconda della persona e possono essere più o meno marcati, ma influiscono altri fattori come il contesto familiare e sociale.

    Quali sono gli organi e i tessuti più aggrediti dalla menopausa?
    Gli ormoni, anche quelli sessuali, interagiscono con i recettori ormonali come una chiave nella serratura.
    Ogni cellula del corpo ha recettori per questi ormoni:

    Ecco perché la loro perdita provoca danni a carico di molti organi e funzioni.

    Cervello

    • “vampate di calore” le sudorazioni notturne, l’insonnia, le alterazioni dell’appetito, l’aumento di peso;
    • l’aumento di ansia, l’irritabilità, gli attacchi di panico e la depressione;
    • difficoltà di memoria, ma anche di attenzione e di concentrazione;


    Il cuore e i vasi sanguigni
    • ipertensione arteriosa
    • arteriosclerosi se la donna ha un aumento di colesterolo e glicemia (che peggiorano nella menopausa non curata), se fuma, se non fa attività fisica o è in sovrappeso od obesa;


    Aumento di peso
    Il metabolismo rallentato, esasperato dall’inattività fisica, causa non solo aumento graduale del peso, ma anche un cambiamento della forma del corpo (aumento del grasso addominale).
    Tutti questi rischi e patologie cardiovascolari sono dieci volte più frequenti del tumore al seno: le donne muoiono molto di più per malattie cardiovascolari che sono più temibili per le loro conseguenze.

    0sso
    Dopo la menopausa peggiorano osteopenia e osteoporosi, fino alla temibile frattura di femore.

    Articolazioni
    L’artrosi triplica nelle donne rispetto agli uomini, proprio per la perdita degli estrogeni, che sono protettivi per il tessuto articolare. In particolare, il 26 per cento delle donne ha un’artrosi aggressiva a carico delle articolazioni di mani, piedi e ginocchia nei primi due anni dall’ultima mestruazione.

    Muscoli
    Perdita di massa e forza muscolare (“sarcopenia”) causata dalla menopausa e dall’invecchiamento da temere in quanto la perdita delle stesse aumenta la vulnerabilità e cadute rovinose.
    E’ essenziale l’attività fisica: Raccomando sempre almeno un’ora di camminata veloce al giorno.

    Vescica e l’apparato urinario
    • urgenza minzionale, incontinenza da sforzo aumentano dopo la menopausa;
    • cistiti ricorrenti, soprattutto 24-72 ore dopo il rapporto (post-coitali) possono migliorare nettamente con terapie estrogeniche almeno locali.


    Vulva, vagina e funzione sessuale, con invecchiamento:

    • dei genitali esterni, che causa secchezza, prurito, difficoltà orgasmiche;
    • dei genitali interni, tra cui la vagina, con secchezza, dolore ai rapporti, bruciori, perdite maleodoranti, cistiti, sintomi per cui esistono molte efficacissime opportunità di cura, sia locali, sia sistemiche.

    La perdita degli estrogeni colpisce precocemente vagina, vulva, vescica e sessualità, per cui oggi si parla di “sindrome genitourinaria della menopausa” per indicare la necessità di diagnosticare e curare in modo appropriato e tempestivo tutti questi problemi, che si ripercuotono poi anche sul partner e sulla relazione di coppia.

    Esistono dei rischi della terapia ormonale sostitutiva?

    Sicuramente affidarsi a un ginecologo che valuti assieme a voi (solo dopo aver preso visione degli esami che le Linee Guida impongono) “i pro ed i contro” di tale è il modo migliore per fare un progetto di salute consapevole.
    Anche la donna deve fare la sua parte con uno stile di vita sano, per tanto devono essere coinvolti più professionisti: solo così il progetto di salute darà piena soddisfazione.

  • ACNE

    L’acne è una patologia della pelle molto diffusa; può essere una condizione costituzionale oppure essere legata all'attività degli ormoni. Solitamente si manifesta durante la pubertà, in età adolescenziale (acne giovanile); tuttavia sono abbastanza comuni anche manifestazioni intorno ai venti/trent’anni e in età adulta (acne tardiva); più rari sono i casi in età pediatrica.

    L’acne è un infiammazione della cosidetta “unità pilosebacea” ed è causata da diversi fattori: tra questi quelli preponderanti sono l’aumentata produzione di sebo (grasso della pelle) e di cheratina (squame cutanee),dovuta, il più delle volte, dall’attività ormonale.
    Questi tappi di sebo-cheratina vengono chiamati comedoni e possono essere aperti (o punto neo quando il sebo è esposto all’aria) e chiusi (punto bianco). In entrambi i casi, nel follicolo ostruito possono proliferare batteri come il Propionibacterium acnes che contribuiscono ad infiammare i comedoni e causare lesioni papulose e/o pustolose conosciute come brufoli.

    Dunque l’acne è un’infiammazione dei follicoli, non è un'infezione, quindi non è contagiosa.

    Sono diversi i fattori che possono stimolare la formazione di sebo, come gli ormoni (es. sindrome ovaio policistico), il clima, alcuni farmaci, un alterato equilibrio alimentare ed una predisposizione genetica.
    Infine è importante evidenziare come l’acne possa essere fonte di grande disagio psicologico soprattutto in considerazione della sua evoluzione clinica, da lieve a grave.
    Diviene così necessario un approccio multidisciplinare che oltre al dermatologo coinvolga altre figure professionali quale ginecologo, endocrinologo, psicologo, nutrizionista

  • IRSUTISMO

    L'irsutismo è una condizione caratterizzata dalla presenza anomala, nella donna, di peli duri e grossolani, estesi in sedi tipiche del maschio (labbro superiore, mento, addome, schiena, intorno all'areola del capezzolo, petto centrale).
    Prima di ricorrere agli esami di laboratorio, l'iniziale diagnosi di irsutismo è spesso basata su semplici criteri semi-oggettivi. Ferriman e Gallwey hanno messo a punto una pratica tabella per una rapida ed indicativa diagnosi del disturbo.
    In base alla qualità ed alla densità dei peli nelle varie zone corporee, viene attribuito un punteggio che va da 1 (disturbo poco evidente) a 4 (marcato).

    In relazione alla causa di origine, l'irsutismo si può differenziare in:

    • Ovarico (ovaio policistico, forme tumorali).
    • Surrenalico (iperfunzione, iperplasia, forme tumorali)
    • iatrogeno (fenitoina, diazossido, ciclosporina, corticosteroidi).
    • Idiopatico (insorge senza alcuna causa apparente).

    Come è possibile intuire dalle numerose cause la terapia dell’irsutismo può provvedere la necessità di più figure professionali che interagiscano.

  • VULVODINIA

    E’ un disturbo spesso descritto come una sensazione di dolore e di bruciore nell’area vulvare pur in assenza di lesioni visibili, questa condizione non è estesa all’intera vulva ma in aree ben circoscritte, la più frequente è a livello del vestibolo (la zona compresa tra l’introito vaginale e la parte interna delle piccole labbra)

    Il disturbo può avere molte cause spesso tra loro interagenti, il che contribuisce ad aggravare la sintomatologia. La paziente riferisce l’esordio dei disturbi in seguito a ripetute infezioni da candida o in seguito a traumi fisici (episiotomia, biopsia, elettro-cauterizzazione); talora, in seguito a rapporti sessuali non desiderati, dolorosi e in assenza di lubrificazione, o dopo un trauma psicologico (necessaria la psicoterapia cognitivo-comportamentale).
    In questa situazione sono coinvolti e sollecitati diversi sistemi: immunitario, muscolare, vascolare e nervoso, per tanto da qui la necessità di un approccio multidisciplinare. L’osteopatia ad esempio, attraverso la valutazione del pavimento pelvico, della colonna vertebrale, del bacino e delle strutture vascolo-nervose ad essi associate, può aiutare a ridurre la sintomatologia algica.

    Il dolore vulvare favorisce anche una reazione difensiva della parte, reazione che provoca uno spasmo muscolare) permanente, a sua volta motivo del dolore; si instaura in tal modo un circolo vizioso.
    Inoltre, la paziente che soffre di vulvodinia: avverte come delle punture di aghi; sente fitte o scosse elettriche sul pube, sulla vulva o nella zona perianale; ha i sintomi tipici di un'infezione (vaginite o cistite), ma il tampone e l'urinocoltura sono negativi; i pantaloni e gli slip provocano un’irritazione che talora impedisce di stare seduta o di camminare; prova una sensazione di abrasione all'entrata della vagina; fatica a urinare e l’urina brucia; questi sintomi durano da più di tre mesi.

    Diagnosi di vulvodinia

    La sintomatologia con cui si presenta la vulvodinia, che emerge da un’accurata anamnesi della paziente, sarà di grande aiuto nell’orientare la diagnosi. L’esame obiettivo non segnala alcuna anomalia della parte; talora si osserva un rossore circoscritto alla zona vestibolare, non supportato tuttavia da alcun altro segno specifico di flogosi batterica, fungina o virale.

    Pertanto, in assenza di una causa specifica che, come un’infezione o un’altra patologia, si accompagna a segni visibili nella zona vulvare (ad esempio, tagli o lesioni), si rende molto probabile la diagnosi di vulvodinia.
    Questo test consiste nell’esercitare, con cotton fioc, una leggera pressione su alcuni punti specifici dell’area vestibolare che scatena, nella donna affetta da vulvodinia, un dolore intenso e acuto. Il trattamento della vulvodinia prevede pertanto diversi approcci, tutti tesi a ridurre la frequenza e l’intensità delle sensazioni dolorose.

    Dal punto di vista psicologico, poichè influenza molti aspetti della vita, compresa la sfera relazionale e intima, è necessario agire tempestivamente per evitare che la frustrazione, rabbia e vergogna si trasformino in ansie o sentimenti depressivi.

  • OVAIO POLICISTICO

    Ovaio policistico: si tratta di una sindrome complessa , che prevede la presenza di diversi sintomi, spesso non tutti coesistenti nella stessa paziente , come acne , irsutismo, disordini del ciclo mestruale , disturbi del peso. Richiede pertanto la collaborazione di diverse figure professionali per seguire la paziente con tale patologia nelle diverse fasi della vita, dall’adolescenza all’età adulta.

  • OBESITA'

    I disturbi del peso , quali sovrappeso o obesità, sono spesso causati da scorrette abitudini alimentari, ma talora si associano anche a altre patologie o complicanze. Per un corretto approccio clinico è spesso necessaria la collaborazione di più professionisti, ai fini di garantire al paziente un percorso relativo al calo ponderale che si associ anche a un miglioramento dello stato di salute generale e che possa accompagnare il paziente nella sua vita, ai fini di evitare eventuali ricadute.

    Il successo a lungo termine sarà poi più probabile se la perdita di peso sarà secondaria alla modifica delle idee e dei comportamenti disfunzionali che determinano l’instaurarsi e il mantenimento dell’obesità.

  • DIABETE

    Il diabete è ormai un’emergenza medica; risulta una delle patologie più frequenti in età avanzata , sebbene il dato più allarmante al giorno d’oggi riguardi l’incremento della sua prevalenza anche nelle fasce giovanili, spesso a causa di uno scorretto stile di vita. Il diabete 1 riconosce invece una patogenesi autoimmune.

    Il diabetologo effettuerà una valutazione medica con approccio su più livelli e valutazione di parametri antropometrici e laboratoristici , con associato screening e studio delle complicanze. Una delle prime armi terapeutiche del diabete è la terapia dietetica, che verrà elaborata in maniera personalizzata dalla nutrizionista, sulla base delle esigenze del paziente ed altre eventuali patologie associate (come per esempio problemi renali, epatici, ipercolesterolemia o iperuricemia).

  • DIABETE GESTAZIONALE

    Diabete gestazionale: il diabete gestazionale è una patologia importante da diagnosticare e trattare nelle corrette fasi della gravidanza, in quanto si può associare a complicanze per la madre e per il bambino.
    Occorre distinguerlo dal diabete pre gestazionale, che si verifica quando la madre è già affetta da diabete prima del concepimento. Si tratta di una patologia che richiede la presenza di varie figure per diagnosi e trattamento durante la gestazione e dopo il parto. Infatti il diabete gestazionale rappresenta ad oggi un importante fattore di rischio per la successiva comparsa del diabete 2.

    Trattandosi poi di una diagnosi il più delle volte inaspettata, può far crescere nella futura mamma diverse emozioni, a volte contrastanti e non piacevoli per cui può essere utile un supporto psicologico far si che viva una fase cosi delicata senza ansie, paure e soprattutto sensi di colpa.

  • TIROPATIE IN GRAVIDANZA

    Una loro corretta diagnosi e trattamento è indispensabile soprattutto in fasi della vita molto delicate come una gravidanza. Già in fase di programmazione della gravidanza un eventuale ipotiroidismo, anche subclinico, potrebbe essere dannoso per il bambino.
    La collaborazione dell’ endocrinologo e del ginecologo è importante per valutare su più livelli la presenza di tale patologia con un approccio clinico personalizzato per la madre e il bambino.

  • FIBROMIALGIA

    La Fibromialgia è una sindrome complessa caratterizzata da dolore muscoloscheletrico diffuso determinato da un'alterata percezione degli stimoli dolorosi. Una volta esclusa la presenza di un'infiammazione acuta, il reumatologo assieme al neurologo, lo psicologo e l'osteopata, guida il paziente nel percorso terapeutico.

    L'osteopatia può intervenire e integrarsi nel trattamento della fibromialgia svolgendo un riequilibrio globale delle funzioni del corpo e, nello specifico, occupandosi di lavorare sui punti dolorosi (trigger point) per ridurre la sintomatologia del paziente.

  • TIROPATIE IN GRAVIDANZA

    Una loro corretta diagnosi e trattamento è indispensabile soprattutto in fasi della vita molto delicate come una gravidanza. Già in fase di programmazione della gravidanza un eventuale ipotiroidismo, anche subclinico, potrebbe essere dannoso per il bambino.
    La collaborazione dell’ endocrinologo e del ginecologo è importante per valutare su più livelli la presenza di tale patologia con un approccio clinico personalizzato per la madre e il bambino.

  • ARTROSI

    L'artrosi è la fisiologica degenerazione delle strutture articolari che può determinare dolore con il movimento. Questo processo può essere accelerato dalla presenza di un'infiammazione acuta delle articolazioni (artrite).Il reumatologo si occupa di 'spegnere' l'infiammazione e ridurre il dolore articolare.

    Il trattamento osteopatico può rivelarsi utile oltre che preventivo nell’artrosi. Nonostante si tratti di un processo degenerativo fisiologico, ad aggravarne i sintomi sono un uso eccessivo o scorretto dell’articolazione, ma anche un’incoordinazione cronica del movimento articolare del rachide e dei vari segmenti corporei. Queste alterazioni possono essere migliorate in modo considerevole con il trattamento osteopatico.

  • PAVIMENTO PELVICO

    Le patologie della tiroide sono molto frequenti in Sardegna.
    Questo percorso permette alla donna che soffre di disturbi del pavimento pelvico posteriore (come prolasso del retto) di ricevere un trattamento mirato e combinato.
    Alla riabilitazione, essenziale per recuperare la tonicità e la funzionalità del muscolo perineale, potrà essere aggiunta una consulenza con la nutrizionista che fornirà dei consigli alimentari specifici per ammorbidire le feci e favorire la regolare funzionalità intestinale.

  • TILOMA DI POSTURA

    Per tiloma si intende un ispessimento circoscritto della pelle (ipercheratosi) causato da ripetuti insulti meccanici, quali attriti o compressioni che causano una pressione eccessiva a carico dell'area affetta, solitamente dopo aver indossato calzature strette ed inadeguate associate ad uno sfregamento continuo e ripetuto;
    inoltre la formazione del tiloma può essere favorita da fenomeni infiammatori o artritici a carico di ossa e articolazioni oppure da un difetto di postura o da un modo non corretto di camminare.

    Questa lesione si manifesta prevalentemente nei piedi (tra le dita, sulla parte superiore delle dita e sulla pianta del piede.) è ben delimitata, rotondeggiante e concentrata in uno specifico punto, è profonda da determinare dolore.

    L’approccio clinico diagnostico terapeutico multidisciplinare è fondamentale : il dermatologo diagnostica clinicamente il tiloma e programma uno specifico trattamento risolutivo locale mentre l’osteopata si integra nella prevenzione e nella cura lavorando globalmente sulla postura e sugli arti inferiori del paziente.

  • CONNETTIVI

    Con i termine Connettivite si vuole indicare in maniera molto generica un insieme di diverse patologie di tipo autoimmune, caratterizzate dall'infiammazione del tessuto connettivo ma che possono interessare anche il tessuto muscolare ed epiteliale.

    Alcune tra queste sono:

    • la sclerodermia (sclerosi sistemica)
    • il lupus eritematoso sistemico
    • la dermatomiosite.

    L’alta frequenza di correlazione clinica tra l’apparato cutaneo e altri distretti corporei rende necessaria ed essenziale la stretta collaborazione tra dermatologo e reumatologo nell’effettuare una terapia mirata e specifica.

  • PSORIASI

    La psoriasi è una malattia infiammatoria cronica recidivante della pelle, non infettiva e né contagiosa, in cui la qualità della vita, in generale, ne risulta spesso compromessa, con possibili ripercussioni o limitazioni nelle attività quotidiane e professionali.
    Si caratterizzata da chiazze eritematose (di colorito roseo-rosso) ricoperte da uno strato di squame bianco-argenteo, generalmente localizzate a livello dei gomiti, delle ginocchia, della regione sacrale e del capillizio.

    Colpisce in ugual misura il sesso femminile e maschile in tutte le fasce d’età.
    La causa alla base della psoriasi è multifattoriale in cui contribuiscono fattori genetici, ambientali e immunologici.
    Atri fattori possono poi scatenare o aggravare la psoriasi:

    • sono i cosìdetti trigger (fattori scatenanti) esterni e interni quali: traumi della pelle (graffi, abrasioni, scottature)
    • infezioni
    • stress
    • fumo
    • obesità e alcuni farmaci.


    La psoriasi si presenta così non solo come una malattia cutanea, ma coinvolgente molteplici organi e apparati in associazione con malattie cardiovascolari e metaboliche, con alcuni disturbi psicologici e alterazioni di stati d’umore ma soprattutto con la probabilità di poter sviluppare un’artrite psoriasica ossia un’artrite cronica e infiammatoria che porta a deformazioni articolari e disabilità.
    Proprio per questa sua cronicità, sua variabilità e sua complessità clinica, la psoriasi necessita di controlli periodici e costanti multidisciplinari tra dermatologo, reumatologo, endocrinologo, nutrizionista e psicologo al fine di poter offrire trattamenti specifici che possano curare lo stato fisico e psichico.

  • CONDILOMATOSI

    La malattia sessualmente trasmessa più diffusa nei paesi industrializzati sono i condilomi acuminati.
    Questa patologia è causata dal Papilloma virus (HPV), che può dare origine a verruche genitali, i “condilomi”, che compaiono sui genitali maschili e femminili e sono facilmente trasmissibili.
    Si trasmettono, infatti, prevalentemente con rapporti sessuali non protetti e compaiono di solito dopo 2-3 mesi dal rapporto con una persona infetta, talvolta anche dopo 6 o 12 mesi.

    Sui genitali e/o intorno all'ano compaiono escrescenze a superficie irregolare, isolate o raggruppate, di colore rosa o bruno, e di dimensioni variabili. Sono dette "creste di gallo" a causa della superficie irregolare.
    Nel sesso femminile, talvolta, il sistema immunitario non riesce a debellare rapidamente il virus e l'Hpv può determinare l’insorgenza di forme tumorali quali il tumore della cervice uterina, oggi l’unica forma di neoplasia riconosciuta come totalmente riconducibile a un’infezione.
    La Vaccinazione contro il papillomavirus (HPV) diviene così raccomandata perché previene in modo efficace la comparsa di condilomi e dei tumori in regione ano-genitale causati dal virus HPV.

    La strategia di base per l’individuazione precoce delle lesioni da Hpv (prevenzione secondaria) sono i programmi di screening (con Pap-Test o Hpv-Test) e la stretta collaborazione multidisciplinare prevalentemente tra dermatologo, ginecologo ed ostetrica.

  • LICHEN SCLEROATROFICO

    Il lichen scleroatrofico, identifica una patologia infiammatoria cronica che colpisce entrambi i sessi in età variabile, dall’età infantile a quella giovanile-adulta. Può presentarsi su tutto l’ambito cutaneo ma si manifesta più frequentemente (nell'83% dei casi) a livello dei tessuti genitali maschili e femminili ed è caratterizzato da aree papulose e placche bianche che possono evolvere verso aree atrofiche talora associate a erosione e distruzione tessutale.

    Nella donna si manifesta prevalentemente nella zona ano-genitale mentre nell’uomo in quella balano-prepuziale.
    E importante ricordare che il lichen scleroatrofico è una flogosi a carattere immunologico potenzialmente pre-cancerogena e per questo non bisogna mai minimizzarlo o ancora peggio sottovalutarlo per poter effettuare un corretto e responsabile studio diagnostico avvalendosi di un approccio multidisciplinare e multispecialistico che coinvolge il dermatologo , ginecologo ( sesso femminile) e urologo/andrologo (sesso maschile) cosi da monitorare l'evoluzione della patologia con puntuali controlli clinici periodici.